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Resident Evil 2: ritorno a Raccoon (parte 2) for Resident Evil 2

Resident Evil 2: ritorno a Raccoon (parte 2)

Overview

CON BRILLANTEZZALe feature di game design però non si esauriscono con quanto appena detto, incorporando anche degli enigmi e puzzle che riescono ad essere ben equilibrati tra backtracking, dinamismo e velocità di risoluzione per scandire il ritmo di gioco in base all’epoca che stiamo vivendo e alle richieste dei giocatori.Si va a formare complessivamente un quadro in cui praticamente si scorrazza molto in lungo e in largo alla ricerca di componenti per i vari puzzle, e si riflette in modo abbastanza contenuto per gli enigmi.La suddetta riflessione contenuta è fornita dai concept dei secondi citati, che spaziano nel classico ma vario e ben messo a punto. Si passa quindi dal mettere in ordine varie scale musicali per aprire dei piccoli contenitori, fino allo scambiare delle pedine su varie porte automatiche per riuscire a potersele mettere tutte in saccoccia.Insomma, l’ utenza si sbriga abbastanza agevolmente con gli enigmi perchè si è già impratichita in passato con certi tipi di concept, sapendo abbastanza presto cosa fare e come farlo per poter andare avanti.In definitiva si ha a che fare con un bilanciamento dei rompicapo e dei puzzle senza dubbio adatto in linea generale ai giocatori di oggi, che per come vivono in modo più dinamico rispetto al passato, giocano.Interessanti gli scontri con i boss, che cercano di stabilire, seppur non in maniera perfetta e onnipresente, una contestualizzazione survival non solo tramite l’arsenale di proiettili e pallettoni limitato ma anche per mezzo di elementi di fortuna che portano i protagonisti a vincere sul nemico a stento.Intelligente il piazzamento dei punti di salvataggio automatici (assenti in modalità estrema) e delle varie macchine da scrivere, che possono essere utilizzate senza inchiostro in modalità normale e con l’inchiostro alla difficoltà maggiore. Queste ultime come i punti di salvataggio automatici, sono smistate in modo tale che se si perde e si deve ricominciare, ci sia la possibilità di poter ripartire da un punto non troppo distante, permettendo di non rifarsi corridoi su corridoi costellati da coriacei nemici.Risulta forse superfluo dire che le macchine da scrivere dovrebbero essere utilizzate in maniera più tattica quando si ricomincia il gioco al livello più avanzato. Gli inchiostri sono distribuiti in modo limitato in questo livello di sfida e tocca al giocatore capire quando salvare tatticamente per potersi creare uno scenario futuro il più comodo possibile.Oltretutto la distanza da una macchina all’altra risulta di un metraggio tale da avere molte stanze da esplorare che contribuisce a rendere l’ esplorazione di una difficoltà equilibrata.Non male la mappatura dei tasti nella versione Playstation 4. Una mappatura abbastanza agevole da memorizzare. La ricarica delle armi da fuoco, per esempio, è collocata sul tasto quadrato, che somiglia a un bossolo vuoto, mentre l’attivazione della corsetta è affidata al tasto R3. Dopotutto, in questo secondo caso, si sta parlando di un incedere più “marcato” perchè i piedi premono di più sul terreno e quindi è logico premere l’analogico di movimento per attivare una tale movenza mentre si prosegue per le lugubri stanze del titolo.Efficace anche il posizionamento dei tasti per l’arma secondaria, che sono proprio quelli opposti a quella primaria. I tasti dorsali per la seconda arma fanno parte della stessa famiglia di tasti di pistole e ♥♥♥♥♥♥, ma allo stesso tempo sono diversi in quanto opposti nel pad. Da ciò si può dedurre che quindi è logico che si occupino degli strumenti d’offesa periferici.SPLIT IMPERFETTOUna parte più critica del gioco risiede nella doppia storia che vuole raccontare al pubblico, che pare onestamente progettata un po’ al risparmio. Alcune parti del racconto di Claire e Leon infatti risultano, tramite vari filmati e altro materiale di gioco, identiche e non complementari per come dovrebbero essere. Un po’ un peccato, visto che l’atmosfera e la recitazione digitale e vocale, e la regia garantiscono un alto grado di coinvolgimento, che vengono un po’ rovinate da questi elementi fuori posto.A proposito di regia, visibile ovviamente nei vari filmati, questa risulta sempre legata a campi molto stretti, e come detto, a primi piani sul volto dei vari personaggi che si avvicendano nel corso dell’avventura, senza alcun tipo di virtuosismo della camera.L’essere vicina a una visione umana in quanto senza fronzoli delle inquadrature, e il non coinvolgere l’ambientazione nelle riprese dei vari filmati, ma solo strettamente i vari personaggi che li riempiono, fa capire anche tramite le immagini che il focus delle vicende è incentrato proprio su quello che provano, pensano e dicono i Claire, i Leon e tutti i restanti umani sopravvissuti che incontrano.Degno di nota anche come si muove la camera in game durante certe occasioni pericolose. Camera che giocando con repentini cambi di inquadratura invade in tempi strettissimi con un pericolo, non concedendo il tempo di difendersi psicologicamente, lo spazio vitale del giocatore facendolo sobbalzare.In termini di longevità, il gioco si aggira attorno alle venti ore, utili per poter scoprire tutto sull’avventura dei due protagonisti. Un minutaggio decisamente ottimo, visto che il giocatore è stimolato a seguire entrambe le vicende dei protagonisti tramite sessioni di gioco esclusive e alcuni enigmi diversificati per ognuno.Niente male, come già si era potuto intuire da quanto asserito in precedenza, neanche la difficoltà normale del titolo, che grazie soprattutto a nemici molto coriacei, al level design e alle scarse munizioni, riesce a intrattenere adeguatamente.BOM, BOM, BOMIl sonoro del gioco costituisce un elemento importante di design per rendere l’atmosfera agghiacciante e ansiogena. Strepitii, lamenti, passi che si avvicinano in lontananza sono il pane quotidiano di questo RER 2. La musica risulta praticamente assente, se non in particolari e rari momenti. Questa assenza è utile per poter abituare il giocatore a un decisamente esteso e inquietante silenzio rispetto ai rumori, che nella sua mente non può essere interrotto fino al seguente e agghiacciante lamento zombesco, che lo prende alla sprovvista.Di buon livello, a parte qualche sbavatura di tono, il doppiaggio italiano, con dei doppiatori in parte ed espressivi. Una un po’ spregiudicata, con il suo tono squillante e un po’ fuori da toni composti, Emanuela Pacotto caratterizza bene la bardata di giubbotto di pelle, frizzantina caratterialmente e munita di motocicletta Claire Redfield, mentre Di Benedetto si occupa di un Leon Kennedy composto, quasi serafico nei toni, che si collega bene a una recluta della polizia garbata nelle movenze e ligia al dovere.LA FUGAIn definitiva Resident Evil 2 Remake è un ottimo rifacimento del classico per Playstation, pur con qualche sbavatura che non gli permette di raggiungere la perfezione assoluta. Quasi tutto gira quindi bene in un titolo che manda praticamente in pensione un classico del survival horror che forse aveva proprio bisogno di un gancio con il presente di gran livello come questo per non essere dimenticato dalle future generazioni.

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